Malattia e relazioni familiari

Malattia e relazioni familiari

Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie
dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via.

Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo
dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai.

Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d’umore
dalle ossessioni delle tue manie.

Supererò le correnti gravitazionali
lo spazio e la luce per non farti invecchiare.

E guarirai da tutte le malattie
perché sei un essere speciale
ed io avrò cura di te…………….. (La Cura-Franco Battiato)

Franco Battiato, nella sua canzone “La Cura” offre una descrizione di ciò che accade all’interno di un sistema familiare con il sopraggiungere di una condizione di malattia, una difficile situazione nuova da fronteggiare che sconvolge la vita e modifica gli equilibri precedentemente costituiti.

COSA SUCCEDE IN FAMIGLIA?

Raramente un paziente entra nella malattia da solo, poiché anche se la patologia colpisce un unico individuo, tutti gli altri membri della famiglia risentono delle conseguenze. Questo è dovuto al fatto che la malattia modifica spesso in misura significativa i ritmi e le abitudini di vita quotidiana di tutti.

La malattia diviene, per colui che ne è affetto, un disagio che non può essere ignorato, rappresenta un cambiamento improvviso che causa la perdita dell’equilibrio, con la conseguente reazione iniziale di voler attutire la malattia e i suoi possibili effetti.

Famiglia e paziente stesso, nel tentativo di mantenere e/o creare un equilibrio familiare, a seguito della malattia, attraversano un processo diviso in fasi che ricalca il modello elaborato da Kubler Ross circa l’elaborazione del lutto (1990):

  • Fase di shock: concomitante con la diagnosi, in cui si evince l’incredulità dei membri alla notizia appresa;
  • Fase di negazione: momento in cui ci si rivolge a più specialisti con l’auspicio che venga ipotizzato un iniziale errore diagnostico;
  • Fase di disperazione: periodo dominato da sentimenti di perdita, separazione, impotenza accompagnati da tristezza e paura;
  • Fase rielaborativa: stadio in cui emergono le modalità relazionali paziente/famiglia, rappresentate da un atteggiamento di negazione circa gli effetti della malattia o da un atteggiamento eccessivamente protettivo con evidente ansia circa la persona malata oppure un atteggiamento distaccato, come modalità difensiva dalla sofferenza, in cui si delega la cura a enti esterni il sistema familiare;
  • Fase di accettazione: momento in cui si accoglie l’evoluzione della malattia e si crea un nuovo equilibrio familiare;
  • Fase del lutto: periodo che deriva dalla perdita della persona malata a causa del suo decesso.

SOS PSICOLOGO

L’aiuto psicologico è importante, dunque sia per il paziente malato che per i suoi cari, sia per affrontare e gestire gli eventi stressanti a cui il paziente è sottoposto lungo l’intero arco della malattia, sia per il ruolo che le emozioni possono avere sul decorso e sulla prognosi della malattia.

Trovare il senso della malattia implica aiutare il paziente a cercare delle ragioni che permettano di ritrovare la voglia di continuare a vivere, riattivando un senso di competenza e soddisfazione.

A tal proposito è opportuno dunque aiutare il paziente a cogliere le proprie

capacità e i propri limiti.

È importante aiutare il paziente ad accettare il proprio corpo che cambia per trovare un nuovo equilibrio in rapporto con la realtà, sempre ponendo attenzione ai tempi del paziente, in quanto ogni individuo ha modalità e atteggiamenti differenti da cui attingere per fronteggiare la malattia.

La malattia e la famiglia subiscono un’influenza reciproca in quanto la famiglia può divenire una risorsa nella cura della malattia e la malattia può influenzare le relazioni all’interno del nucleo familiare.

Supporto e sostegno vengono offerti anche ai caregiver familiari, cioè coniugi, parenti e amici che si prendono cura in modo gratuito quotidianamente di una persona ammalata. Persone che spinte dall’affetto, dalla necessità delle circostanze, spesso devono rinunciare al lavoro o ridurne gli orari per prestare assistenza continuativa ai loro cari, a cui ne consegue una riduzione delle entrate economiche per l’intera famiglia. Ciò deriva dal fatto che le cure, in situazioni di cronicità, si protraggono nel tempo e comportano rischio di ripercussioni anche sul benessere psico-fisico e sociale del caregiver.

Il carico assistenziale spesso comporta isolamento emotivo e sociale del familiare assorbito dall’assolvere tutte le procedure di cura del disabile e/o malato che lentamente inizia a trascurare relazioni amicali, passioni, hobby poiché non dispone di tempo libero sufficiente.

Condizione questa a cui si affianca una situazione di affaticamento fisico e mentale, che in maniera latente può incorrere nel rischio di burnout, una crisi psichica preceduta da crisi di pianto, collera, stanchezza e insonnia, sintomi trascurati poiché, inconsciamente, i propri bisogni vengono messi in secondo piano rispetto alle cure verso il proprio caro.

È importante tenere a mente che la malattia si presenta in ogni sistema in modi differenti e nuovi e che sul territorio esistono svariati servizi competenti a supportare le famiglie in questi percorsi.

 

Dott.ssa Sampò Cinzia

Psicologa Psicoterapeuta

Condividi l'articolo:

Facebook
Twitter
LinkedIn
WhatsApp
Telegram