La maternità è di certo uno dei momenti più delicati ed importanti all’interno della vita di una donna perché si possono provare numerosi e distinti stati d’animo. Inevitabilmente sono presenti le emozioni positive anche in accordo con le attese sociali che dipingono la gravidanza unicamente come momento di gioia e felicità; ci sono però emozioni più critiche e dolorose, difficili da esprimere e gestire (Caretti, Ragonese, Crisafi, 2013).
In particolare, il periodo che consegue il parto è caratterizzato da importanti cambiamenti fisici, biologici, psicologici e sociali per la donna; le sensazioni che si provano comunemente possono essere l’ansia, la preoccupazione, la sensazione di disagio e il vissuto di inadeguatezza. Nella maggior parte dei casi, la comparsa di questi sintomi è correlata ad un fenomeno molto comune a circa il 40/80% delle donne che partoriscono: il Maternity Blues. Si può presentare una tendenza al pianto frequente, sbalzi d’umore, ansia anche immotivata, stanchezza fisica e mentale, tristezza e difficoltà di concentrazione. Solitamente questi sintomi molto comuni tra le puerpere spariscono entro due settimane dal parto, senza compromettere l’accudimento della madre nei confronti del neonato (Ammaniti, 2012).
La differenza sostanziale tra il Maternity Blues e la Depressione Post Partum sta nella gravità e nella continuità dei sintomi depressivi. L’incidenza è molto inferiore, colpisce infatti il 10/15% delle donne che partoriscono. Potrebbero aggiungersi ulteriori sintomi quali pensieri di tipo ossessivo, perdita di piacere o interesse nel fare le cose, fantasie che provocano spavento, tristezza eccessiva, mancanza di appetito, insonnia, preoccupazioni eccessive, senso di colpa e sentimenti di inadeguatezza nello svolgere i compiti di madre ed anche nella gestione quotidiana familiare.
È molto importante essere informati rispetto a questa problematica, sia la donna che il partner e la famiglia attorno alla coppia, perché il maggior fattore di protezione per lo sviluppo della depressione è proprio il supporto del compagno, dei familiari, amici e dell’ambiente in cui vive la donna. Pertanto sarebbe fondamentale partecipare ai corsi preparto in coppia, informarsi rispetto ai servizi presenti sul territorio e nel punto nascita scelto, se si notano dei sintomi depressivi. E non giudicarsi, perché mamme si diventa, non si nasce.